05 Ago
Il cane è il miglior amico dell’uomo e forse anche il suo miglior terapeuta. Insieme a lui a dare più che un aiuto nei percorsi di guarigione di adulti e bambini ci sono anche gatti, cavalli, asini e conigli. È la Pet Therapy ed è molto di più che un piccolo sostegno a quattro zampe, è un processo di cura vero e proprio. Per questo arrivano le Linee Guida nazionali sugli interventi assistiti con gli animali (Iaa), Pet Therapy, per standardizzarne i protocolli e stabilire norme a tutela di animali e operatori.
Presentate all’Expo 2015 in occasione del convegno organizzato da Rete Italiana Iaa in collaborazione con il Ministero della Salute, Coldiretti e Codacons, nelle linee guida si definiscono le caratteristiche delle strutture dove la Pet Therapy può essere praticata, oltre ai requisiti sanitari e comportamentali degli animali, che devono essere sottoposti ad uno specifico percorso di addestramento che non deve ovviamente prevedere alcun metodo coercitivo, tutelando sempre il benessere degli animali stessi anche ”attraverso il rilievo di indicatori dello stress”.
Vengono poi indicati nel dettaglio i percorsi formativi per gli operatori, come veterinari e sanitari in equipe multidisciplinari: la formazione è erogata dal Centro di referenza nazionale per gli Iaa, dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dagli Enti accreditati. ”Con l’approvazione da parte della Conferenza Stato Regioni, lo scorso marzo, delle Linee Guida sugli interventi assistiti con gli animali – afferma il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo – l’Italia pone una pietra miliare e si contraddistingue quale primo Paese al mondo ad avere stabilito una norma di riferimento nel contesto della mediazione uomo-animale. Gli animali domestici possono svolgere un importante ruolo di mediatori nei processi terapeutico-riabilitativi ed educativi e il loro coinvolgimento, in ambito terapeutico, avrà sempre una maggiore diffusione uscendo dall’empirismo iniziale e seguendo sempre più un approccio scientifico”.