19 Dic
Il corpo delle donne. Ancora una volta protagonista di una battaglia che viene vissuta a suon di copertine e di leggi in tutto il mondo, davanti a milioni di adolescenti che provano faticosamente a costruire la loro immagine.
Accettare che “non tutte le donne sono uguali” e che i “diktat estetici degli anni Novanta non hanno più modo d’esistere” non è affatto semplice. Non per tutti almeno. Anche se le campagne per la “bellezza autentica” si diffondono in tutto il mondo, a cominciare da quella promossa da Dove.
In questo quadro di perenne confusione, si inserisce la mossa francese. Per regolamentare la moda francese arriva una legge molto chiara: per sfilare i modelli dovranno mostrare un certificato medico di buona salute che attesti soprattutto un giusto rapporto tra peso, massa corporea e altezza. Chi mente o viola la legge rischierà fino a sei mesi di carcere e settantacinquemila euro di multa. Ma non finisce qui.
Le riviste che pubblicheranno fisici magrissimi, ovviamente “rivisti” grazie a photoshop, dovranno indicare che si tratta di una “foto ritoccata”. Pena, anche in questo caso, carcere e salatissime multe.
Il provvedimento segue quello emanato, sempre in Francia, dalla Camera che prevede fino a un anno di prigione e una multa di 10mila euro per coloro che incoraggiano altre persone a perseguire un’estrema magrezza. La legge è diretta in particolare a siti Internet pro-anoressia che spingono le ragazze a perdere peso.
Ma la situazione italiana? Secondo i dati della Società Italiana della Medicina dell’Adolescenza (SIMA), che potete trovare qui, soffrono di disturbi alimentari 2 milioni di giovani – circa il 40% dei malati -, con una particolare concentrazione tra i 15 e i 19 anni, anche se negli ultimi anni si è assistito a un notevole abbassamento dell’età tanto che i primi sintomi si possono intravedere fra gli 8 e i 12 anni. Si tratta di un problema serio – che affronteremo anche nelle prossime settimane – che per i teenager rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali.
“Non è certo un caso – spiega Donatella Marazziti, responsabile ricerche della Fondazione BRF Onlus – che certe leggi innovative vengano dalla Francia che da secoli rappresenta un faro per tutte le nazioni democratiche del mondo. Infatti in Francia, per contrastare la magrezza eccessiva che caratterizza le modelle, ma soprattutto il fatto che vengono purtroppo imitate da migliaia di adolescenti, è stato approvato un progetto di legge che obbliga le stesse a un certificato medico che attesti lo stato di salute in rapporto all’indice di massa corporea. Non soddisfatti, i deputati francesi hanno inoltre previsto che sia sempre indicata la dicitura di “foto ritoccata” quando questa mostri modelle più magre di quanto siano in realtà. Senza dubbio una intento lodevole che, speriamo, sia accompagnata da fatti reali, come l’applicazione delle sanzioni che sono davvero salate”.
Vuoi approfondire l’argomento? Ti segnaliamo una piccola rassegna stampa degli articoli più interessanti pubblicati oggi. La Stampa propone un interessante analisi della legge francese, lo stesso Il Fatto Quotidiano e Il Post.
Molto interessante anche l’articolo, pubblicato su Repubblica, di Michela Marzano che spiega: “Nel mondo reale, il corpo ha sempre un “peso” e non è mai “perfetto” o “immateriale”. Resiste al controllo e non accetta di sottomettersi alle regole. “C’è, c’è e c’è”, come scriveva la grande poetessa polacca Wislawa Szymborska. E anche quando si cerca di contenerlo e di assoggettarlo, finisce sempre con l’imporre la propria materialità. Inutile allora mentire. Inutile soprattutto spingere le donne a illudersi che, a forza di colpi di volontà, potranno un giorno assomigliare a quelle immagini ritoccate al computer che allargano o assottigliano a piacimento la silhouette delle modelle. Anche perché poi, per chi ci crede veramente, il meccanismo diventa infernale, e talvolta termina in tragedia”.
Di seguito vi proponiamo anche un cortometraggio di Gianni Leonetti, che racconta l’esordio e il decorso dell’anoressia. Sceneggiatura di Bruno Leonetti. Con Stefano Mondini, Giulia Russo, Giorgia Guerra, Paolo Gatti.