27 Gen
Coniugare alto livello scientifico e ricerca clinica. È questo il fine della convenzione presentata oggi 27 gennaio tra la Fondazione BRF Onlus e la Scuola IMT Alti Studi Lucca. «Questo nuovo accordo è una preziosa occasione per il territorio lucchese, e mira ad approfondire le conoscenze relative alle patologie psichiatriche e alle neuroscienze, anche attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie», spiega il presidente della Fondazione BRF, Armando Piccinni, che aggiunge: «L’obiettivo è unire le nostre forze: da una parte l’attività clinica e la presenza di pazienti con patologie psichiatriche, dall’altra un gruppo di neuroscienziati con cui poter collaborare e raggiungere obiettivi nuovi e diversi».
Dello stesso avviso anche il direttore della Scuola IMT, Pietro Pietrini, il quale aggiunge: «Già da anni la Scuola IMT collabora attivamente con la Fondazione BRF, soprattutto nell’organizzazione di eventi aperti alla cittadinanza in occasione della Settimana del Cervello e di manifestazioni destinate ad abbattere lo stigma nei confronti dei pazienti psichiatrici e dei loro familiari. Con la convenzione auspichiamo a rendere più forte il sodalizio ed il legame, sia in termini di ricerca applicata sulle basi cerebrali del comportamento umano, sia sulle funzioni cognitive biologiche. Sigliamo oggi un importante accordo che va a consolidare una profonda e reciproca stima, e che apre importanti scenari non solo a livello locale ma anche nazionale, per portare fuori dalle mura degli atenei la conoscenza psichiatrica».
Nel corso della conferenza stampa sono stati illustrati anche i numerosi progetti che la Fondazione BRF sta portando avanti. «Dopo il successo dello studio pilota che ha coinvolto 600 alunni delle scuole della provincia lucchese, nelle prossime settimane partirà una ricerca sulle moderne dipendenze quali internet, social media e smartphone, che coinvolgerà 5mila studenti delle province di Lucca, Massa e Livorno», spiega il professor Mauro Mauri, autorevole membro del comitato direttivo della Fondazione BRF. «Altro progetto in corso è lo studio sulla prevenzione dei soggetti con disturbo bipolare, tramite l’utilizzo di dispositivi elettronici e l’applicazione della realtà virtuale», aggiunge il professor Piccinni.
Non solo. Come spiegato ancora dal presidente di BRF, «è intenzione della Fondazione, in vista di questa collaborazione con IMT, istituire alcuni ambulatori specializzati che metteremo in funzione appena saranno terminati, in modo da creare un nucleo per il trattamento di alcuni disturbi d’ansia che possano costituire per la popolazione un’integrazione all’offerta sanitaria pubblica e per la Fondazione e l’IMT un pool di pazienti su cui ampliare le nostre ricerche. Il braccio operativo di questo progetto esiste già: è TARAS BRF».
Al termine della conferenza è stata presentata anche la vincitrice della Borsa di Ricerca “Antonio Gatto 2019/2020”, che ogni anno grazie alla famiglia Gatto permette a un giovane ricercatore di lavorare in modo indipendente sui progetti scientifici della Fondazione BRF. «È il terzo anno che portiamo avanti la borsa di studio ideata in memoria di mio fratello Antonio, scomparso prematuramente a causa di un male incurabile – sottolinea il dottor Fabio Gatto – L’auspicio è che la ricerca della Fondazione produca innovazione e benefici nella popolazione psichiatrica, alleviando il dolore di molti». A vincere la Borsa di Ricerca per il 2019/2020 è la dottoressa Rachele Bucchi, giovane laureata con una tesi sperimentale sull’Alzheimer: «È un sogno poter svolgere ricerca in Italia, in un periodo in cui molti colleghi sono costretti a trasferirsi all’estero o a rinunciare alle proprie aspirazioni».