28 Lug
«L’emergenza Covid-19 ci ha dato l’occasione di mettere a nudo alcune urgenze: è inammissibile che gli ultimi dati disponibili sui suicidi risalgano al 2016. Ecco perché occorre una struttura che monitori il fenomeno suicidario, specie all’indomani del lockdown e dell’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto». È quanto afferma il professor Armando Piccinni, presidente della Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze e professore straordinario all’Unicamillus di Roma, intervenendo come relatore all’evento online: “Covid-19: gli effetti della pandemia, dell’isolamento sociale e del lockdown sulla salute mentale degli italiani”, moderato dall’onorevole Beatrice Lorenzin (Pd) e organizzato dal Centro Studi Americani in partnership con Edra.
«Con la Fondazione BRF – ha proseguito il professor Piccinni – abbiamo realizzato un’inchiesta basandoci sugli articoli della stampa italiana proprio perché non ci sono dati aggiornati. Abbiamo contato in circa 75 giorni 62 suicidi legati direttamente o indirettamente al Covid-19, o per timore di contagio o per ragioni economiche. Questo ci indica in che direzione va la patologia mentale e, soprattutto, dovrebbe spingerci a pensare anche ad un monitoraggio più puntuale relativo agli atti dei suicidi e ad una riorganizzazione dei servizi, utile a medici, psichiatri e organi di governo».
Nel corso dell’evento il professor Piccinni ha illustrato anche alcuni studi condotti dalla Fondazione BRF: «Tramite questionari online abbiamo monitorato l’incidenza delle dipendenze comportamentali sugli adolescenti. Ci sono dati che lasciano senza parole. Un fenomeno che emerge in particolare è la food addiction: chi aveva questa tendenza, l’ha incrementata durante il lockdown. C’è stato un incremento anche dell’uso di sostanze stupefacenti e di alcool, tema connesso alla violenza domestica».