12 Gen
Quando arriva la menopausa molte donne sono animate da sentimenti contrastanti e se da un lato c’è chi vive il momento come un sollievo e un nuovo inizio, la maggior parte lo associa al decadimento e al tempo che passa inesorabile, con inevitabili conseguenze sulla salute mentale. «In molte culture orientali la menopausa è celebrata come un momento positivo perché la donna finalmente non più mestruata e quindi “sporca”, può iniziare a svolgere attività sociali che prima erano ad appannaggio esclusivo maschile. È libera e vive una saggezza particolare», spiegava tempo fa a Vanity Fair la psicologa e sessuologa Azzurra Carrozzo. «In Occidente, invece, avviene esattamente il contrario, con la società che associa la fine del periodo fertile ai concetti di vecchiaia, decadimento e perdita. Alle donne viene implicitamente detto che se non sono più fertili non sono più utili e questo può gettare molte in uno sconforto che, nei casi più gravi, assume le forme della depressione».
In linea generale, le donne hanno il doppio delle probabilità degli uomini di cadere in depressione e tale tendenza in menopausa raddoppia ulteriormente. I sintomi però non cambiano in questa fase della vita e sono di fatto sovrapponibili a qualunque forma depressiva. «I più comuni sono affaticamento, irritabilità, mancanza di interesse nelle cose o nelle prospettive future, difficoltà a concentrarsi, prendere decisioni o a organizzarsi, insonnia o ipersonnia, perdita di interesse nelle relazioni, abbassamento dell’umore, tendenza al pianto e all’isolamento», continua l’esperta…