16 Gen
La disoccupazione rappresenta un problema diffuso, tanto che in Italia il tasso di disoccupazione a Novembre 2022 è del 8,8%. La pandemia da COVID-19 ha influito su questo dato. Le chiusure che hanno interessato molte attività economiche durante la pandemia hanno avuto un impatto di vasta portata sul mercato del lavoro; la perdita di posti di lavoro e la diminuzione di ore lavorate all’inizio della pandemia è stata maggiore di quella registrata durante la crisi finanziaria globale del 2008-2010. In Europa, dopo un quinquennio di crescita pressoché generalizzata, l’impatto della pandemia ha prodotto tra il 2019 e il 2020 un calo medio del tasso di occupazione pari a -1%. In Italia la variazione negativa è risultata un po’ più marcata (-1,2%) rispetto alla media continentale. L’impatto è stato maggiore su alcuni gruppi di lavoratori, ampliando ulteriormente i gap, di genere e generazionale, che già caratterizzavano negativamente il nostro Paese prima del Covid. Nel 2020 il tasso di occupazione maschile è infatti diminuito del -1,2%, a fronte di quello femminile, sceso del -2,2% e di quello giovanile, -9,2%. L’OCSE ha pubblicato un report che ha evidenziato come l’impatto economico e sociale della pandemia sia caratterizzato da una particolare ‘asimmetria generazionale’ che ha frenato fortemente i percorsi di emancipazione giovanile.
La perdita del lavoro è un evento fortemente stressante, in quanto questo rappresenta molto di più di un semplice strumento per il nostro sostentamento economico. Da un punto di vista sociologico il lavoro è uno degli aspetti che costituiscono l’identità sociale di un individuo. Infatti, oltre alle caratteristiche di personalità, somatiche e genetiche che contraddistinguono gli esseri umani come diversi gli uni dagli altri, la rappresentazione che si ha di sé passa anche attraverso i ruoli sociali che assumiamo nel corso della nostra vita. Quest’ultimo aspetto, quello sociale, risulta preponderante nel costruire la propria sicurezza e la propria autostima e da ciò ne consegue che la perdita del lavoro influisce sull’autostima e sulla sicurezza di base. In particolare in epoca giovanile la mancanza di un’occupazione frena la possibilità di emanciparsi e di creare un’identità personale distinta da quella della famiglia di origine. Senza lavoro la persona perde non solo la possibilità di fare progetti per il futuro, grazie alla sicurezza di un reddito, ma anche e soprattutto, il proprio ruolo sociale e la propria identità…