11 Mag
La campagna #Parliamone ha unito fumettisti, grafici e illustratori per combattere lo stigma che ancora pesa sulla salute mentale. Quale mezzo migliore dell’arte per raccontare quello che sentiamo e ciò in cui crediamo?
Anche Ilaria Perversi da oggi si unisce alla squadra di #Parliamone: il suo tratto delicato e i colori sfumati raccontano un mondo fiabesco, che forse richiama quello in cui è cresciuta: “Ho la fortuna di essere circondata da albi illustrati e libri per ragazzi. Mi ricordo di pomeriggi interi passati sdraiata sui libri giganti di Tony Wolf pieni di gnomi e giocattoli, di estati intere a leggere Harry Potter e Una serie di sfortunati eventi” racconta Ilaria Perversi. “Dopo il liceo ho studiato Digital Animation in una scuola di cinema, quel mondo lì non l’ho mai abbandonato e passare alla carta stampata è stato un processo molto naturale, avvenuto al momento giusto, quando mi sono concessa di tornare a disegnare.”
Come nasce il tuo processo creativo?
Tendo a pensare per immagini, quindi quando inizio un nuovo progetto inevitabilmente lo visualizzo prima nella testa. Parto spesso da un’idea molto nitida e quando passo alla lavorazione vera e propria raramente mi ci discosto completamente.
Ti ritrovi mai ad avere un’idea che non riesci a realizzare come vorresti? Come reagisci?
Un tempo mi capitava più spesso, devo dire che l’esperienza ha aiutato a ridurre questi momenti. Quando capita, dopo il primo momento di sconforto, cerco di non farne un dramma e di lasciarmi sorprendere dalla nuova soluzione che ho trovato: non è detto che alla fine non sia migliore rispetto a quella pensata per prima!
Qual è il tuo rapporto con i social?
Passo molto tempo sui social, sia per promuovere il mio lavoro, sia per condividere alcuni aspetti della mia vita e cause che mi stanno a cuore. Cerco di ripetermi spesso che “finché mi va, va bene”. La mia presenza sui social è molto libera e spontanea e faccio di tutto perché rimanga così, dovesse diventare un obbligo non sarebbe più un gioco che mi va di giocare.
Senti mai il bisogno di staccare?
Certo! E quando il bisogno arriva lo assecondo, senza remore.
Quando hai percepito come reale il cambiamento climatico di cui da tempo si stava parlando?
Sono sempre stata sensibile all’argomento, ma sicuramente la comparsa di Greta Thunberg sulla scena mondiale ha dato un bello scossone alla coscienza di molti. Il suo impegno è stato una vera ispirazione per me: mi sono informata sempre di più, mi sono impegnata a condividere tutte le mie scoperte con chi mi stava intorno e con la mia piccola community, ho iniziato a partecipare agli scioperi per il clima, ho anche disegnato un libro sulla sua storia (“Greta e il pianeta da salvare”, Glifo edizioni).