15 Dic
Il fenomeno della devianza minorile interessa ogni anno migliaia di giovani. I ragazzi interessati da procedimenti penali avviati dall’Autorità Giudiziaria Minorile e in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni sono circa 20.000 l’anno.
Le baby gang sono principalmente composte da meno di 10 individui per la maggior parte italiani (74%), maschi (89%), nel 40% dei casi sono ragazzi di 15-17 anni. Compiono in particolare reati violenti, come risse, percosse e lesioni, atti di bullismo e minacce, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici. Diffondono video sulle vittime dei loro gesti e sulle coetanee che hanno concesso ai fidanzati in un momento di intimità. Gruppi più strutturati compiono furti, rapine e spaccio di stupefacenti. Le gang giovanili sono attive nella maggior parte delle regioni italiane con una leggera prevalenza del Centro-Nord in particolare nei centri urbani medio-grandi.
È questo in sintesi un possibile identikit delle baby gang in Italia.
Ma esiste un motivo per cui tutto questo accade? Esiste la possibilità di individuare cause e ragioni che possano dare almeno un profilo di spiegazione?
Di certo la prima reazione è di sconcerto. Come possono dei giovanissimi appena usciti dall’infanzia comportarsi in maniera così dura, cattiva, violenta, spietata? Perché avviene la scelta di aggregarsi con propri pari di età per compiere atti delinquenziali o addirittura criminali?
Bisogna partire da un dato di fatto: questi ragazzi sono nell’età dell’adolescenza, probabilmente l’età più complessa di tutta l’esistenza dell’uomo. In questo periodo della vita esordiscono i disturbi psichiatrici maggiori. D’altronde il suicidio per gli adolescenti è la seconda causa di morte. È questa l’età dei comportamenti estremi, pericolosi, del consumo di sostanze per il 50% dei ragazzi.
Gli adolescenti escono dalla famiglia e dalle certezze di sempre: i genitori, la casa dove sono nati per iniziare un viaggio verso l’ignoto con un compagno di viaggio amato ed odiato, la metamorfosi. Questa è la responsabile del cambiamento del corpo, della mente, del ruolo e della collocazione sociale.