20 Ago
«Un nuovo lockdown o comunque una seconda emergenza sanitaria potrebbe avere pesanti conseguenze anche in termini psichiatrici». È questo l’allarme lanciato dal professor Armando Piccinni, psichiatra, presidente della Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze, e docente all’Unicamillus di Roma. «Gli effetti del primo lockdown – spiega Piccinni – sono per molti versi stati causati dalla sorpresa per un evento così grande e importante. La condizione legata all’effetto sorpresa ha sicuramente spaventato tutti i soggetti che avevano la predisposizione a sviluppare un disturbo dell’umore o d’ansia (più raramente anche di tipo psicotico) per la brutalità con cui hanno dovuto adattarsi alle condizioni di isolamento sociale».
«Un secondo periodo di lockdown e chiusura in quarantena simile a quello precedente – continua lo psichiatra – non ha le caratteristiche dell’evento improvviso, ma per alcuni, ed in maniera forse peggiore, ha la configurazione dell’evento negativo atteso, della minaccia incombente, della spada di Damocle, che può o non può verificarsi. Il sintomo cardinale dell’ansia, infatti, è l’attesa penosa: per una persona affetta da ruminazione del pensiero, timore del futuro, paura del cambiamento, una condizione di questo tipo genera uno stato cronico di sgomento e di ansia, che diventa sofferenza ancor prima dell’evento temuto».
Ecco perché, conclude Piccinni, «con tutti i mezzi bisogna evitare, per quanto nelle nostre possibilità, una seconda clausura. Ci eviteremo in questo modo sofferenze e problemi maggiori di quelli che già abbiamo. Negli ultimi giorni sono stati i giovani ad avere i comportamenti più spregiudicati: sta agli adulti, che parlano e vivono da una prospettiva della vita diversa, farsi portavoce incessanti di questo messaggio che ci coinvolge tutti».