07 Set
Nel mondo, una persona ogni tre secondi viene colpita da demenza. In totale sono 46.8 milioni le persone affette da declino cognitivo, 1.2 milioni in Italia, con costi che arrivano a circa 800 miliardi di dollari. Questi i numeri che emergono dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2015 realizzato dall’Alzheimer’s Disease International (Adi), che lancia l’allarme “la cifra è destinata a raddoppiare ogni 20 anni”.
Il progressivo invecchiamento della popolazione, predisposizione genetica, stili di vita, fattori ambientali, concorrono ad accelerare una crescita che porterà a 74,7 milioni di malati al mondo nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050. Numeri che parlano chiaro e si traducono immediatamente in costi, sia sociali che economici, fino ad ora sottostimati: ad oggi per la demenza si spendono complessivamente 818 miliardi di dollari annui, aumentati di ben il 35% in 5 anni. Si stima che raggiungeranno i 1000 miliardi in 3 anni; in pratica vale molto di più di aziende come Apple (742 miliardi) e Google (368 miliardi). Se fosse una nazione, sarebbe la 18esima economia mondiale. “Possiamo dire di avere sottostimato la portata dell’epidemia odierna e futura di circa il 12-13% rispetto al Rapporto Mondiale 2009 e con un andamento dei costi che cresce più rapidamente del numero di persone malate”, commenta Martin Prince del King’s College di Londra.
Quanto all’Italia, secondo il rapporto, se oggi le persone con demenza sono 1.241.000, diventeranno 1.609.000 nel 2030 e 2.272.000 nel 2050. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), infatti, interessa dall’1 al 5% della popolazione sopra i 65 anni di età, con una prevalenza che raddoppia poi ogni quattro anni, giungendo a una percentuale del 30% all’età di 80 anni. Nel nostro Paese “i nuovi casi nel 2015 – sottolinea Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia – sono stati 269.000 e i costi ammontano a 37,6 miliardi di euro”. Glenn Rees, presidente di Alzheimer’s Disease International, invoca “azioni mirate ad aumentare la possibilità di accesso a diagnosi tempestiva, supporto post-diagnostico e migliore accesso all’assistenza, soprattutto in Paesi a basso e medio reddito”. Il continente maggiormente colpito, è l’Asia, dove ad oggi vivono quasi 23 milioni di persone con demenza, seguito da Europa (10,5), Americhe (9,4) e Africa (4).