La disabilità intellettiva è caratterizzata da un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media (spesso espresso sottoforma di quoziente di intelligenza (QI) < 70-75) associato a limitazioni del funzionamento adattivo (ossia, comunicazione, autocontrollo, abilità sociali, autonomia personale, uso di risorse sociali disponibili) e alla necessità di supporto per lo svolgimento degli atti quotidiani della vita. La disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo) è un disturbo con esordio nel periodo dello sviluppo che comprende deficit del funzionamento sia intellettivo che adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici. È considerata un disturbo del neurosviluppo, ovvero una condizione che appare nella prima infanzia, di solito prima dell’ingresso a scuola, e compromette lo sviluppo del funzionamento personale, sociale, scolastico e/o lavorativo.
La disabilità intellettiva deve comportare l’insorgenza nella prima infanzia di deficit in entrambi i seguenti ambiti:
- Funzionamento intellettuale (es., ragionamento, pianificazione, problem solving, pensiero astratto, apprendimento)
- Funzionamento adattivo, riguarda l’efficacia con la quale i soggetti fanno fronte alle esigenze comuni della vita e al grado di adeguamento agli standard di autonomia personale secondo la loro fascia d’età, retroterra socioculturale e contesto ambientale.
Le manifestazioni principali della disabilità intellettiva sono:
- Acquisizione rallentata di nuove conoscenze e competenze
- Comportamento immaturo
- Limitate capacità di prendersi cura di sé stessi
Alcuni bambini con disabilità intellettiva lieve possono non essere diagnosticati fino all’età scolare. Tuttavia, la diagnosi risulta precoce nei casi con disabilità intellettiva da moderata a grave o in quelli nei quali siano presenti anomalie fisiche o segni e sintomi di patologia neurologica (p. es., paralisi cerebrale). Un ritardo dello sviluppo è solitamente evidenziabile in età prescolare, spesso manifestandosi più come un ritardo nella comunicazione che nelle capacità motorie. Nei bambini più grandi, le caratteristiche distintive si associano a un basso QI e a deficit delle abilità del comportamento adattivo (p. es., comunicazione, autocontrollo, abilità sociali, autonomia personale, uso delle risorse sociali, mantenimento della sicurezza personale).
I problemi comportamentali sono la causa più frequente di interventi psichiatrici o di ricoveri per le persone con disabilità intellettiva. I disturbi comportamentali sono spesso reattivi a situazioni ambientali e generalmente i fattori scatenanti possono essere individuati. I fattori predisponenti a disturbi del comportamento sono:
- Mancanza di programma finalizzato all’apprendimento di un comportamento socialmente responsabile
- Regolazione incoerente del limite
- Reiterazione di comportamenti errati
- Ridotta capacità di comunicazione
- Disagio legato alla contemporanea presenza di problemi fisici e psichiatrici come la depressione o l’ansia
Le comorbilità, ovvero i disturbi che si manifestano in concomitanza, sono frequenti, in particolare con la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, i disturbi dell’umore, i disturbi dello spettro autistico e i disturbi d’ansia.
Le scale WAIS (dai 16 anni), WISC (6 anni-16 anni) e WIPSSI (4-6 anni) sono tra i principali test usati per avere una misura globale dell’intelligenza. Hanno il pregio di indagare e testare una serie di abilità cognitive di base fornendo: una misura generale dell’intelligenza (Q.I. globale) e misure distinte e specifiche (Q.I. verbale e Q.I. di performance).