04 Jun
“Chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato”. Diceva così Arthur Schopenhauer, ed è quello che racconta questa storia di dolcezza e medicina.
Da qualche mese, infatti, i cani entrano nella Terapia Intensiva dell’Ospedale Careggi di Firenze. Si tratta del primo progetto italiano di pet therapy in rianimazione che è partito dal gennaio 2016 con l’obiettivo di aiutare i malati a guarire più in fretta. I risultati sono strepitosi: i pazienti sono meno ansiosi e guariscono più in fretta.
I protagonisti di questa storia sono sei cagnoloni. Zeus, Orsa, Nuvola, Guido, Mariolino, Caos. Tre meravigliosi Labrador e altrettanti Golden retriever della Scuola nazionale cani guida per ciechi della Regione Toscana.
Ogni giorno, accompagnati da un conduttore specializzato, i cani vanno a fare compagnia ai malati della terapia intensiva. Le scene che si rincorrono aprono il cuore: i giovani e i meno giovani ospitati sui lettini e i loro famigliari accolgono con affetto i cani, che sono i veri e propri protagonisti di sedute che durano circa 45 minuti, durante i quali il cane si avvicina al capezzale dei malati, che possono accarezzarlo e spazzolarlo, stimolando così la mobilità delle mani. Chi se la sente può anche giocare con l’animale, approfittando per fare qualche semplice esercizio fisioterapico. I risultati sono notevoli: meno ansia, agevolazione dallo svezzamento della ventilazione meccanica, e grandi sorrisi. Anche se non esistono attività prestabilite, la gioia (e la guarigione) con questi dolci cagnolini… pare essere assicurata!