21 Sep
Gentili Leader politici,
sono il professor Armando Piccinni, psichiatra e presidente della Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze, che si occupa di salute mentale.
Permettetemi innanzitutto di rubarVi poche righe per raccontarVi cosa abbiamo fatto in questi anni con la Fondazione, che conta nel suo comitato direttivo personalità di pregio del mondo della ricerca e della medicina e della salute mentale. La Onlus che mi onoro di presiedere si propone sin dalla sua fondazione come crocevia di scambio scientifico e culturale per tutti coloro che si occupano dello studio del cervello e delle sue patologie. Il funzionamento del cervello, il comportamento umano e le malattie della mente hanno, infatti, ancora molti nodi irrisolti. La ricerca psichiatrica contribuisce a scioglierli, migliorando le conoscenze delle malattie, le loro cure e la qualità della vita di chi ne soffre.
Proprio per questo i nostri principali obiettivi mirano a sviluppare e finanziare nuovi progetti di ricerca, ma anche a incrementare i livelli di conoscenza psichiatrica e psicologica nella società civile, per abbattere lo stigma che per troppo tempo hanno contraddistinto le patologie mentali.
A riguardo noi, così come tutti gli altri colleghi psichiatri e psicologi, ci siamo sentiti chiamati in prima linea sin dallo scoppio della pandemia. L’emergenza Covid prima e poi il conflitto in corso in Ucraina ci hanno fatto comprendere come non ci sia salute senza salute mentale. Tanto si è parlato di una potenziale emergenza psichiatrica. Un’emergenza che, Vi confesso, non è assolutamente sopita.
Immagino che anche Voi, diretti rappresentanti del popolo, abbiate avuto contezza di quanto importante sia monitorare l’incremento delle psicopatologie nella popolazione generale. Ecco perché occorre che tutti gli impegni presi nel corso della legislatura che si avvia a conclusione vengano ripresi, aggiornati, potenziati con la nuova legislatura.
Devo riconoscere, infatti, che negli ultimi mesi qualcosa di importante è stato “portato a casa”. Penso, ad esempio, alla mozione presentata dall’ex ministra della Salute e oggi parlamentare del Pd, Beatrice Lorenzin, che si è fatta promotrice di un’azione parlamentare proprio per scongiurare un’emergenza di ordine psichiatrico. Che il tema sia avvertito da tutti, d’altronde, è testimoniato proprio dal fatto che quella mozione è stata approvata all’unanimità.
Ma ulteriore importante risultato è stato raggiunto, ancora, con un’altra mozione approvata in Parlamento: quella presentata da Cristian Romaniello che impegna il Governo ad adottare una strategia strutturale per la prevenzione contro i suicidi e i tentati suicidi, tema da sempre fortemente caro alla Fondazione BRF.
Purtroppo, anche forse a causa della fine anticipata della legislatura, questi impegni sono rimasti teorici, non si sono tradotti ahinoi in fatti concreti. Ma già solo il fatto che tutti i parlamentari abbiano compreso l’importanza e l’urgenza di affrontare il tema psichiatrico nelle sue varie sfaccettature per evitare un’emergenza di ordine mentale, credo sia importante.
Occorre adesso, però, fare in modo che le parole si traducano in azioni. Ed ecco la ragione di questa mia lettera. Tra le varie urgenze voglio sottolineare la necessità di predisporre un nuovo piano nazionale per la salute mentale; di garantire in ambito distrettuale l’accesso alle terapie psicologiche e psicoterapeutiche necessarie; di istituire, ancora, nell’ambito del Ssn degli ambulatori per l’assistenza dei pazienti cosiddetti “Long-Covid” (altro vero dramma che, chi riceve come me ogni giorno decine e decine di pazienti, conosce bene); di istituire un osservatorio sulla condizione della salute mentale e del benessere psicologico dell’adulto, dell’adolescente e del minore; di valutare la possibilità di sostenere la diffusione di linee di ascolto e di emergenza per giovani e adulti; di istituire gruppi multidisciplinari di coordinamento centrale che possano orientare gli interventi di salute mentale, predisponendo progetti e programmi volti a soddisfare adeguatamente i bisogni della popolazione, inquadrandoli nelle diverse situazioni dell’ambito territoriale nazionale.
Senza dimenticare, ancora, un doveroso focus sui minori: bisogna strutturare politiche che mettano la salute fisica, psicologica e mentale dell’infanzia e dell’adolescenza al centro delle politiche socio-sanitarie del Paese e dei singoli territori, coinvolgendo i neuropsichiatri infantili, gli psichiatri, gli psicologi, i servizi educativi e del terzo settore, oltre che i pediatri favorendo la creazione, all’interno dei dipartimenti di salute mentale (Dsm), di servizi dedicati ai più piccoli.
Bisogna, inoltre, potenziare le strutture pubbliche, adottando iniziative per incrementare il numero di posti letto pubblici dedicati alla salute mentale ed alla neuropsichiatria infantile, al fine di garantire le giuste risposte verso i quadri acuti di natura neuropsichiatrica con la disponibilità adeguata di luoghi di ricovero specialistici.
Occorre, inoltre, comunicare con le realtà associative e con le scuole perché la prevenzione parte dalla formazione dei nostri giovani, di modo da abbattere lo stigma che ancora connota la psichiatria.
Inutile dirVi che la Fondazione è a disposizione con chiunque voglia confrontarsi su tali urgenze. Vi chiedo, però, che queste tematiche possano diventare un impegno programmatico del Vostro movimento politico, un tema di cui poter (e dover) parlare nel corso della campagna elettorale, dunque da portare nelle aule parlamentari. Qualunque sia l’esito delle urne il prossimo 25 settembre.