14 Jan
Lo hanno battezzato come il diavolo di Montemurlo. La sua storia è scandita da ragù di carne umana. Spezzatino di carne di cinesi. Patti con il demonio. Denti aguzzi e lacrime di sangue. La promessa di saper uccidere, e resuscitare. Ma nella sua storia c’è soprattutto una sordida, cieca violenza. Strumentalizzazioni fisiche, e abusi psicologici. Una spirale di ferocia e crudeltà in cui reincarnazione, sesso e abusi si fondono in un magmatico inferno. Al centro di tutto un ragazzo bellissimo, con dei grandi occhi azzurri e il fisico da modello.
Questo ragazzo si chiama Matteo Valdambrini, e la sua storia inizia nel 2015 nella provincia toscana, a Nord di Prato. Parla di demoni e di vampiri, e porta con sé qualcosa di molto significativo: Valdambrini infatti nel giugno 2023 è stato condannato per riduzione in schiavitù. Erano quasi vent’anni che non si registrava una condanna del genere nel nostro Paese rispetto al mondo settario. Ed è per questo – perché è uno dei rari casi in cui la giustizia, che soffre di un inquietante vuoto normativo, è riuscita a condannare la sottomissione di un gruppo di persone a un’altra – che la sua storia è così importante.
Ma cominciamo dall’inizio. Questa storia si dipana nella campagna fra Prato e Pistoia, in un paese che si chiama Montemurlo e che ha appena ventimila abitanti. I co-protagonisti, tutti nati fra la fine degli anni Novanta e Duemila, ruotano intorno a un giovane appassionato di esoterismo e di magia. Un giovane che agli amici più fidati confida di essere il diavolo, spiega di essere l’anello di congiunzione fra mondi diversi, in modo seducente racconta di vite passate, discute di presenze invisibili, si mostra in quelli che spiega essere dei poteri sovrannaturali. Si infila, per esempio, un dito nell’orbita di un occhio senza procurarsi alcun danno. Con un pezzo di vetro si taglia il braccio, mostrando che non esce neanche una goccia di sangue, quasi la sua pelle reagisse a comando. Gira il collo in modo al contrario, come fosse snodabile. E, ancora, si trasforma in altre creature attraverso una pratica che battezza shifting, cambiando voce e comportamenti a seconda dell’identità che interpreta: può diventare un licantropo, ma anche una persona morta o un vampiro. L’entità preferita è Omen. La sua vera intuizione pare però essere il retinaggio, cui obbliga a sottoporsi tutti gli appartenenti al gruppo di sesso maschile. Il fine del retinaggio è nobile: quello di decifrare la vera entità del diretto interessato. Il rito consiste nel inviare al numero telefonico di Valdambrini attraverso Whatsapp le fotografie da nudi, con il pene in erezione, dei diretti interessati…