22 Dec
Secondo numerose leggende metropolitane in prossimità delle feste aumentano i disturbi psicopatologici. Ma è davvero così? Una recente ricerca scientifica, pubblicata su Innovations in Clinical Neuroscience, attesta che effettivamente in prossimità del Natale l’umore generale peggiori e che il numero di decessi alcol-correlati aumenti. E in Italia? Abbiamo fatto per voi il punto con il Dott. Antonello Veltri,membro del Comitato Scientifico della Fondazione BRF Onlus.
Dott. Veltri, per i cristiani il Natale dovrebbe essere il periodo più felice dell’anno, una parentesi di gioia e riconoscenza verso familiari, amici e colleghi. Ma è davvero così?
Secondo il National Institute of Health le festività natalizie rappresentano un periodo dell’anno caratterizzato da una elevata incidenza di depressione. Gli ospedali e le forze di polizia segnalano un’alta incidenza di suicidi e tentativi di suicidio. Gli psichiatri, gli psicologi e altri professionisti della salute mentale riportano un aumento significativo della frequenza con cui i pazienti lamentano sintomi depressivi. Una ricerca epidemiologica nordamericana ha riportato che il 45% degli intervistati era preoccupato di possibili flessioni del tono dell’umore durante le festività natalizie.
A cosa è dovuto questo fenomeno? Sono forse il clima invernale e la riduzione della durata dell’esposizione alla luce solare che aumentano l’incidenza del cosiddetto disturbo affettivo stagionale (SAD)?
Certamente queste possono essere spiegazioni plausibili e alcune hanno alla base meccanismi neurobiologici noti. Tuttavia, alcuni particolari stati psicologici quali una condizione di aspettativa irrealistica e una eccessiva tendenza al rimuginio e all’ auto-riflessione in molti individui possono giocare un ruolo determinante nella genesi della patologia depressiva.
Durante il Natale molte persone riferiscono di provare tristezza…
Alcune persone provano sentimenti di tristezza, rabbia e insofferenza per l’eccessiva commercializzazione del Natale, per l’attenzione esasperata verso i regali e per l’enfasi dei media su relazioni sociali e familiari “ideali” che molti desiderano, ma non possiedono. Altri si deprimono perché il Natale è uno stimolo a rimuginare sull’inadeguatezza della propria vita, soprattutto in personalità con tendenza al vittimismo e all’autocommiserazione, confrontata con quella di altre persone che sembrano avere di più e fare di più. Altri ancora diventano ansiosi e preoccupati a Natale a causa della pressione, sia commerciale che auto-indotta, verso gli acquisti con il rischio di spendere un sacco di soldi per i regali e incorrere in debiti crescenti. Altri riferiscono di temere il Natale a causa dell’obbligo implicito di dover incontrare familiari, amici e conoscenti che, invece, preferirebbero evitare e non frequentare. Infine, molte persone si sentono sole a Natale perché hanno subito la perdita di persone care o dei loro posti di lavoro.
Che cosa si può fare in questi casi?
I professionisti della salute mentale suggeriscono in primo luogo, se la depressione è grave, di consultare un professionista qualificato (psichiatra, psicologo) affinché possa effettuare una corretta diagnosi e, se necessario, impostare un trattamento specifico. Inoltre, tra i suggerimenti per vivere al meglio il Natale e ridurre lo stress da festività sicuramente può essere importante decidere in anticipo un limite personale per quanto riguarda i soldi spesi per i regali e il numero di eventi sociali a cui partecipare. E’ utile poi non accettare alcuna definizione “ideale” di Natale che i media cercano di imporre, abbassare le aspettative generali, mantenersi attivi e impegnati in modo da ridurre la tendenza a rimuginare. Se religiosi, potrebbe essere di conforto inoltre partecipare alle funzioni religiose che si concentrano sul significato più grande e nobile del Natale. Il Natale è un momento difficile per molte persone, e l’augurio è che chi lo vive serenamente possa aiutare, comprendere e sostenere chi invece soffre di depressione in questo momento dell’anno.