09 May
Una ricerca dell’università di Harvard condotta da due psicologi ha osservato che più la mente umana vaga e pensa ad altro e più crea insoddisfazione.
Gli autori dello studio hanno realizzato un applicazione per l’Iphone che chiedeva, in maniera casuale a intervalli irregolari, a 2250 persone quanto si sentivano felici in quell’istante, a cosa stessero pensando e se i loro pensieri fossero rivolti alla loro attività, a qualcosa di gradevole, di spiacevole o emotivamente neutro.
I volontari avevano la possibilità di scegliere tra 22 attività generali come camminare, fare acquisti, guardare la tv, mangiare.
I risultati hanno evidenziato che un intervallo fra il 46,9% e il 30% degli intervistati riferiva che la propria mente vagava, ad eccezione di quando indicavano come attività il fare l’amore.
La ricerca ha osservato che il sentimento di felicità era più presente quando le persone facevano l’amore, un esercizio fisico o una conversazione, mentre erano più infelici quando riposavano, lavoravano o usavano il computer.
I risultati hanno inoltre evidenziato che il vagare dei pensieri è la causa dello stato insoddisfacente e non la conseguenza.
“Molte tradizioni filosofiche e religiose insegnano che la felicità può essere trovata vivendo nell’attimo, e insegnano a resistere al vagabondare della mente per essere ‘qui e ora’. Queste tradizioni suggeriscono che una mente che vaga sia una mente infelice. E il nostro risultato sembra confermarlo”, commentano i due psicologi Killingsworth e Gilbert.