23 May
Suicidi in aumento in Italia. Si tratta di un dramma prevalentemente maschile, che si consuma soprattutto in età avanzata. Lo svela il Rapporto Osservasalute rispetto al biennio 2011-2012. Secondo il Rapporto, il tasso annuo di mortalità per suicidio è stato pari a 7,99 (per 100.000) residenti di 15 anni e oltre. Si riscontra un leggero aumento rispetto agli anni precedenti, infatti nel biennio 2010-2011 il tasso medio annuo di mortalità per suicidio era stato pari a 7,32 e a 7,23 nel 2008-2009. Nel biennio, 2009-2010, era 7,21.
Sono in elaborazione dati rispetto al 2013-2014, intanto però la fotografia operata dal Rapporto Osservasalute mostra come nel 78,4% dei casi il suicida sia un uomo. I dati parlano chiaro: il tasso di mortalità è pari a 13,61 (per 100.000) per gli uomini e a 3,25 per le donne. In entrambi i generi la mortalità per suicidio cresce all’aumentare dell’età: rispetto agli uomini si verifica un aumento esponenziale dopo i 65 anni di età. Il tasso raggiunge poi il suo massimo nelle classi di età più anziane. Per le donne, invece, la mortalità per suicidio raggiunge il suo picco nella classe di età 70-74 anni, dopo di che tende a ridursi lievemente nelle classi di età più anziane.
L’analisi mostra anche una notevole varietà delle registrazioni a seconda dei luoghi geografici. Un numero maggiore di suicidi viene registrato nel Nord Italia. Le regioni con meno suicidi sono invece Liguria, Calabria e Campania. All’estremo opposto troviamo la Sardegna, con un tasso di mortalità più che doppio rispetto alle 3 regioni sopra menzionate, che si colloca al terzo posto nella graduatoria delle regioni con i livelli di suicidialità più alti, preceduta solo dalla Valle d’Aosta e dalla Provincia Autonoma di Bolzano.
Forse anche per questo, è in aumento il consumo di antidepressivi. In Italia si sono registrare 39,30 dosi giornaliere DDD/1.000 ab die nel 2014. Dopo l’aumento costante registrato nel decennio 2001-2011, il volume prescrittivo sembrava aver raggiunto nel 2012 una fase di stabilità (38,50 nel 2011; 38,60 nel 2012), mentre, in realtà, nel biennio successivo si è registrato un nuovo incremento (39,10 2013; 39,30 nel 2014).
I consumi più elevati nell’anno 2014 si sono avuti in Toscana (59,50), nella PA di Bolzano (53,30), in Liguria (51,30), in Emilia-Romagna (49,40) e in Umbria (49,40), mentre i consumi minori in Basilicata (30,30), Campania (30,50), Puglia (31,20) e Sicilia (31,20). Il Lazio (da 35,80 a 34,80) e l’Umbria (da 50,20 a 49,40) sono le due regioni che hanno registrato il maggiore calo dei consumi nell’ultimo anno.