11 May
Scoprire il Parkinson in anticipo? Potrebbe essere possibile. Almeno secondo lo studio, realizzato dai ricercatori dell’università La Sapienza di Roma,guidati dal neurologo Alfredo Berardelli. L’equipe ha infatti osservato che nella saliva dei malati di Parkinson c’ una ridotta quantità di alfa-sinucleina, una proteina che si trova ad alti livelli nel sistema nervoso. Questa proteina favorisce il rilascio dei neurotrasmettitori fra le terminazioni nervose, aiutando lo scambio di informazioni ed, inoltre, contribuisce nella trasmissione del neurotrasmettitore dopamina, importante nel controllo dei movimenti. “La misurazione di tale proteina e delle sue componenti direttamente nella saliva rappresenta un grosso passo avanti rispetto alle complesse misurazioni di scarsa maneggevolezza effettuate finora nel liquor tramite puntura lombare. Misurasione invasiva e dolorosa, che si rivela scarsamente ripetibile”, commenta Berardelli. Da tempo la comunità scientifica è alla ricerca di un biomarker capace di aiutare il medico nella diagnosi e nella valutazione dell’evolvere della malattia: ora abbiamo dimostrato che, rispetto a soggetti sani di pari età, nei pazienti Parkinson si riduce l’alfa-sinucleina e ciò è rilevabile direttamente nella saliva, e tale parametro si correla proporzionalmente alla gravità del quadro motorio. La scoperta,pubblicata sulla rivista PLOSone, è stata al centro del II congresso della Accademia Italiana LIMPE-DISMOV per lo studio della malattia di Parkinson e dei Disturbi del Movimento.