11 May
Lamberto Maffei è un grande studioso del cervello e della mente, di cui ha svelato importanti meccanismi di funzionamento. Dopo essersi laureato in medicina nel 1961, ha iniziato a svolgere le sue ricerche nel campo delle neuroscienze presso l’Istituto di Fisiologia della Università di Pisa diretto dal prof. Giuseppe Moruzzi.
Dal 1969 ha lavorato nel laboratorio di neurofisiologia del CNR, di cui è poi diventato direttore dal 1980 al 2008. Ha insegnato neurobiologia presso la Scuola Normale Superiore dal 1989 al 2008, ed è tuttora professore emerito. Membro della prestigiosa Accademia dei Lincei ne è stato presidente dal 2009 al 2012.
La sua attività di ricerca si è principalmente dedicata allo studio del sistema visivo come modello del funzionamento dei circuiti cerebrali e della loro modificabilità in risposta all’esperienza, proprietà nota come plasticità neurale. Tra i suoi numerosi contributi della prima parte della sua carriera ci sono lo sviluppo di metodi elettrofisiologici, non invasivi, per la diagnosi precoce di disturbi del sistema nervoso, la scoperta dei meccanismi di elaborazione dell’informazione visiva a livello della corteccia cerebrale e in particolare della presenza di interazioni fra cellule nervose che analizzano parti diverse del campo visivo. Questi studi sono stati svolti in collaborazione con la Prof. Adriana Fiorentini e rispondevano alla logica, come detto dallo stesso prof. Maffei, di “fare la stessa domanda alle singole cellule nervose e all’uomo”. In questo modo gli studi del Prof. Maffei hanno sempre contribuito ad un avanzamento della comprensione del funzionamento del cervello e della mente umana.
Successivamente, il Prof. Maffei e la sua allieva Lucia Galli, hanno dato la prima dimostrazione dell’esistenza di attività elettrica spontanea prenatale nei neuroni e del suo ruolo nello sviluppo dei circuiti nervosi. Questo studio oltre ad aver aperto un nuovo campo di ricerca, ha mostrato per la prima volta l’importanza di eventi precoci per l’esito del neurosviluppo.
Nella seconda parte della sua attività di ricerca il prof. Maffei ha, per primo al mondo, intuito l’importanza dei fattori neurotrofici per la maturazione delle funzioni delle cellule nervose in risposta alle esperienze del soggetto, ovvero per la plasticità neurale. In particolare ha mostrato che la durata dei cosiddetti periodi critici del neurosviluppo, periodi durante i quali la plasticità è particolarmente elevata, è modulabile, aprendo la strada per lo studio dei meccanismi che limitano la durata dei periodi critici, con lo scopo di favorire il recupero dai disturbi del neurosviluppo attraverso la riattivazione della plasticità. La dimostrazione che la plasticità può essere stimolata e riattivata dall’ambiente di vita, ha portato il Prof. Maffei a sviluppare un approccio non invasivo alla prevenzione e al recupero del decadimento cognitivo nell’anziano (studio “Train the brain”)…