23 Jul
Che la pandemia da Covid-19 sia una guerra, lo sappiamo da tempo. Che a rimetterci potessero essere innanzitutto i giovani è qualcosa su cui forse, specie in un primo tempo, in pochi hanno riflettuto. Gli effetti dell’isolamento e dell’essere ridotti a monadi obbligati al confronto con la paura del contagio e della morte si stanno palesando in maniera concreta in queste ultime settimane: decine e decine di episodi di violenza, di risse, di aggressioni di giovani e tra giovani che, secondo numerosi esperti, trova una parte della sua origine proprio nel lungo periodo di lockdown cui i giovani sono stati obbligati. Soltanto a luglio le cronache dei giornali hanno riportato di un’incredibile scena di violenza (con tanto di video circolato in rete) a Fermignano (provincia di Pesaro) che non a caso ha portato all’arresto di otto giovani: almeno tre, invece, hanno avuto bisogno delle cure mediche e hanno subito diverse lesioni all’occhio, alla mano e al torace. Pochi giorni dopo altra rissa a Napoli: tre ragazzi hanno cominciato a litigare per futili motivi per poi darsele di santa ragione. A un certo punto un 19enne ha estratto un coltello colpendo al volto un 32enne e alla nuca un 36enne.
Il risultato è un vero e proprio bollettino di guerra, che registra casi in aumento avvenuti in gran parte della Penisola. E anche andando a ritroso di settimane e mesi, il discorso non cambia. Il 5 dicembre scorso, “il campo di battaglia” è il Pincio, sopra Piazza del Popolo a Roma. Quattro minorenni aggrediscono violentemente un loro coetaneo, ferendo gravemente anche i genitori e un amico intervenuti per difenderlo. L’aggressione sarebbe scattata per un “regolamento di conti”, a seguito di uno “sgarro” che il ragazzo aggredito avrebbe fatto nel novembre 2020 a Quadraro, un noto quartiere situato sulla Tuscolana. Altre aggressioni tra ragazzi si sono registrate a Villa Borghese e Centocelle, a piazza delle Gardenia. A Lucca, nel gennaio di quest’anno, un quindicenne è stato accoltellato gravemente da un coetaneo nel corso di una rissa sempre tra minorenni. Il 9 gennaio un centinaio di ragazzini, appartenenti a baby gang rivali, si sono fronteggiati nel centro di Gallarate, dove erano giunti a bordo di treni dalle province di Varese e Milano dopo un “tam tam” sui social network; un ragazzo di 14 anni è stato ferito gravemente alla testa.
Qualche settimana dopo, un adolescente di 17 anni, Romeo Bondanese, è stato ucciso con una coltellata all’inguine nel centro di Formia, in provincia di Latina, sferratagli dal coetaneo bloccato da un amico della vittima mentre tentava la fuga. La tragedia è avvenuta nel corso di una furibonda lite scoppiata tra una decina di ragazzini, di cui alcuni giunti dal casertano in barba al divieto di trasferimento tra regioni…
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