27 Gen
Cinquant’anni dalla morte di Luigi Tenco. Cinquant’anni oggi. Per ricordare uno fra i più grandi cantautori italiani Mario Campanella, giornalista e membro del comitato scientifico della Fondazione BRF Onlus, e lo psichiatra Gaspare Palmieri hanno scritto un libro. Si tratta di “Forse non sarà domani – Invenzioni a due voci su Luigi Tenco” pubblicato proprio oggi dalla casa editrice romana Arcana (pp. 192, 16 euro).
Il libro comprende interviste a Francesco Guccini, Giorgio Antonucci, Giuliano Di Bernardo e Donatella Marazziti, responsabile ricerche della Fondazione BRF Onlus.
Luigi Tenco è stato forse il più grande dei cantautori italiani. Eppure, la sua vita (artistica e non) è durata pochi anni, sino a quel 27 gennaio del 1967 a Sanremo, quando si uccise dopo una drammatica notte. Questo libro non vuole essere una biografia tradizionale, quanto piuttosto il tentativo di penetrare la sua anima inquieta e ribelle. Scritto a quattro mani, da un lato analizza con l’Io narrante immaginario del cantante la sua vita musicale e le sue principali melodie; dall’altro, invece, scruta i segni di un’inquietudine che ha segnato il corso della sua breve esistenza, cercando di capire i motivi che lo spinsero, esattamente cinquant’anni fa, a un suicidio che ancora oggi è tema di dibattito, di discussione e addirittura di teorie complottistiche. Paragonabile per molti versi a Cesare Pavese, con il quale condivise il tragico epilogo, Tenco ha segnato la strada della rivoluzione semantica nella musica italiana, caratterizzando le scelte di gran parte dei cantautori. Il suo sguardo tenebroso è la fotografia di un Paese che viveva nel boom economico ma che tentava, al contempo, di non disperdere la propria vocazione umanistica.
Forse non sarà domani è anche e soprattutto un omaggio alla sua lirica struggente, in grado di emozionare tante generazioni e di non scolorirsi dinanzi all’usura del tempo.
E’ possibile leggere un anticipazione del libro qui.