22 Gen
Bioingegneri americani hanno inventato dei minuscoli sensori più piccoli di un chicco di riso che servono per ‘spiare’ il cervello dall’interno e misurare parametri importanti da monitorare nel tempo in caso di trauma cranico. Sviluppati presso la Washington University School of Medicine A St. Louis, i sensori, una volta svolto il loro lavoro si dissolvono come per magia non lasciando nel cervello alcuna traccia della loro presenza. Secondo quanto riferito sulla rivista Nature, i sensori sviluppati sono capaci di dare misurazioni accurate e ripetute nel tempo; inoltre essendo naturalmente riassorbibili non c’è bisogno di rimuoverli chirurgicamente; infine non restando a lungo nel corpo del paziente, sono a zero rischio infezione e di reazioni immunitarie da parte dell’organismo. In caso di trauma cranico, evento che si può verificare ad esempio in seguito a un impatto violento, è fondamentale monitorare la pressione dentro il cranio (pressione intracranica) e la temperatura. Oggi questo viene fatto con macchinari ingombranti e di uso poco agevole; per di più la sonda deve essere impiantata nel paziente ed e’ collegata al monitor tramite fili. I mini-sensori, senza fili e riassorbibili, rappresentano quindi un avanzamento tecnologico notevole rispetto agli apparecchi oggi in uso clinico. I ricercatori Usa li hanno testati nel cervello di topolini: i sensori hanno misurato la pressione all’interno del cranio degli animali e la temperatura dell’organo, due parametri che è fondamentale monitorare in caso di trauma cranico per prevenire danni ulteriori al cervello. Dopo alcuni giorni i sensori si sono naturalmente disciolti senza lasciare traccia della propria presenza nel corpo degli animali. Il loro utilizzo sarà testato presto nel cervello di pazienti reduci da trauma cranico. Analoghi mini-sensori potrebbero essere sviluppati per spiare altri organi del corpo.