01 Mag
I ricercatori della della Brown University di Providence hanno analizzato il sonno in un posto nuovo di trentacinque volontari. Il fine era quello di spiegare l’effetto della prima notte trascorsa in un ambiente non famigliare sul nostro cervello.
Lo studio, pubblicato su Current Biology, ha evidenziato, grazie all’uso di elettroencefalogrammi e risonanza magnetica, come l’emisfero sinistro, durante la prima notte in un letto diverso dal consueto, sia risultato vigile e anche più sensibile ai rumori. Allo stesso modo, l’emisfero destro non pareva aver mutato comportamento, continuando anzi a dormire, proprio come accade nel cervello di alcuni animali marini.
I ricercatori hanno notato che questi risultati scomparivano già nella seconda notte. Attualmente, a seguito di questa ricerca, tramite la stimolazione magnetica transcranica, gli autori dello studio stanno provando a spegnere temporaneamente l’emisfero sinistro per permettere già nella prima notte, un sonno più ristoratore.
Nonostante gli studi, i ricercatori non hanno saputo comunque spiegare se gli emisferi si alternino durante la notte o se rimanga attivo soltanto l’emisfero sinistro.
“Sappiamo – spiega Sasaki – che gli animali marini e alcuni uccelli dormono con un emisfero cerebrale, mentre l’altro rimane sveglio. Anche se il cervello umano non mostra lo stesso loro grado di asimmetria, ha comunque un sistema in miniatura simile a quello di delfini e balene. In Giappone si dice che, se si cambia cuscino, non si riesce a dormire. Sappiamo tutti che non si dorme quando si va in un posto nuovo. Ma magari, portandosi dietro il proprio cuscino, si può ridurre questo effetto. E’ anche vero che il cervello umano è molto flessibile e non è detto che dormano male tutti quelli che lo fanno in un posto nuovo”. E voi, siete d’accordo?